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Jacobelli: “Thiago Motta ha cambiato troppo spesso formazione. Del Piero ha messo il dito nella piaga”

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ULTIME NOTIZIE JUVENTUS JACOBELLI MOTTA – Xavier Jacobelli, ospite di Sky Sport, ha parlato della sfida che attende l’Italia di Spalletti questa sera in casa della Germania in Nations League, per poi soffermarsi sulle novità di casa Juventus: “Direi che dobbiamo essere pragmaticamente ottimisti, è una squadra in costruzione. Dopo la delusione degli europei ha ricominciato il suo cammino, però ha subito due sconfitte consecutive con Francia e Germania: è molto importante che a Dortmund ci sia una prova di carattere. A San Siro abbiamo apprezzato il primo tempo, poi ci sono stati i soliti problemi con le palle inattive. A Dortmund l’Italia deve dare continuità nella crescita, ma anche una reazione”.

Si aspettava che la situazione in casa Juve precipitasse così rapidamente?
“La situazione si è complicata maledettamente dopo la sconfitta con l’Atalanta, erano 58 anni che la Juve non incassava quattro gol in casa, e poi si è aggravata dopo il pesante ko di Firenze. La Juventus ora si vuole giocare il tutto per tutto, per la qualificazione alla prossima Champions. Bisogna fare caso all’entità dei premi erogati alle squadre italiane che sono state già eliminate, per capire quanto incida partecipare o meno. È evidente che, alla luce del cammino virtuoso intrapreso dal club bianconero sui conti, considerato che ci sono sei squadre in pochi punti, la società abbia deciso di cambiare, affidandosi a un signore che conosce molto bene”.

Questa scelta è arrivata per i rapporti nello spogliatoio o per i dubbi sulle scelte di formazione?
“Quando alleni la Juventus, soprattutto in questo momento storico molto particolare, in cui l’ultimo scudetto risale al 2020, ti assumi grandi responsabilità e susciti aspettative, come aveva fatto Motta arrivando dopo aver fatto bene a Bologna. È evidente che il capro espiatorio sia l’allenatore, nonostante il concorso di responsabilità. Però Motta ha cambiato troppo spesso formazioni, ha variato troppi capitani dopo aver rinunciato a capitani come Danilo, Rabiot o Szczesny. La squadra aveva bisogno di identità, mi ha colpito il commento di Del Piero dopo Firenze: dicendo che è mancato l’orgoglio, ha messo il dito nella piaga. È da questo che Tudor deve ripartire”.



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