Rassegna Stampa
Gramellini: “Nel derby servirà un Torino tosto. Punto molto su Miranchuk”

ULTIME NOTIZIE TORINO GRAMELLINI – Massimo Gramellini, giornalista, scrittore, conduttore televisivo e tifoso del Torino, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport per parlare del derby contro la Juventus.
Il Toro arriva al derby da favorito?
“Spero che ci arrivi da imbufalito. Nel senso di tosto, arrabbiato e senza paura”.
In molti lo hanno definito il derby del sorpasso. Lei?
“Sì, ho letto anch’io che la Juve è in crisi nera, e che noi abbiamo 11 punti e loro 13, quindi 11 più 3 fa… Quanto fa?… Mai stato bravo in matematica… E non vorrei diventarlo oggi, consentitemi un po’ di scaramanzia. Certo, vincendo daremmo una spinta che potrebbe portarci in alto”.
La classifica è bugiarda?
“Per come giochiamo, sì. Per i gol che ci mangiamo, no. Maradona diceva che per fare gol non bisogna tirare troppo bene, perché i tiri belli i portieri li parano. Ecco, a volte, forse, tiriamo troppo bene. Per carattere Juric mi ricorda Giagnoni, il primo allenatore di cui mi innamorai, e per il pressing feroce Radice. Creiamo tante occasioni. Solo che, allora, le realizzavamo”.
Il tecnico sta lavorando proprio per aumentare i gol.
“Giagnoni mise Pulici fuori squadra per un mese, spedendolo a palleggiare contro il muro del Fila. L’anno dopo Pupi vinse la classifica cannonieri”.
È un suggerimento al mister?
“È solo il contributo della memoria. Un Pulici non lo abbiamo. Però abbiamo Miranchuk, l’unico dei nostri che, quando tira, tende a metterla dentro… Conto molto su di lui”.
Negli altri reparti si sente tranquillo?
“La difesa mi piace, vado pazzo per Schuurs. Avrà meno classe di Bremer, ma è più da Toro. La mediana Lukic-Ricci è forte, però manca un ricambio di peso. Tra gli esterni mi piace tanto Vojvoda. Sulla trequarti ci siamo molto rinforzati, Vlasic e Radonjic sono imprevedibili. Ma adesso voglio pensare solo al derby. Il Toro di Sala e Pulici li vinceva già negli spogliatoi. Uscivano in corridoio in anticipo per battere i tacchetti sul pavimento e provocare gli juventini: venite fuori, noi non abbiamo paura…”.
Insomma, vorrebbe un gruppo più “cattivo”.
“Non più cattivo, ma più feroce. Ero in Maratona quando il Toro, sotto di un gol e ridotto in nove per le espulsioni di Bruno e Policano, rinchiuse per un’ora la Juve nella sua area. Vinsero loro, ma ancora adesso ripenso a quel derby come a una vittoria. Tra le vittorie vere, invece, la prima non si scorda mai: 4-0, subito dopo la morte di Meroni, con tutto lo stadio in piedi che piange e grida “Gi-gi”. Per la prima volta, il derby si gioca nello stesso giorno in cui morì la nostra Farfalla. Vorrei che i ragazzi la onorassero giocando un partitone. E mettendo un paio di palloni in rete, se possibile”.
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Bologna, summit di Arnautovic con la dirigenza: per Motta rimane in panchina

ULTIME NOTIZIE BOLOGNA MOTTA ARNAUTOVIC – Il summit tra Marko Arnautovic e i dirigenti del Bologna alla presenza del tecnico Thiago Motta non ha cambiato i piani dell’allenatore degli emiliani. Come riferisce Il Resto del Carlino, il tecnico non rinuncerà ai suoi principi e non farà sconti rispetto alla meritocrazia che è il nucleo intorno a cui è stato costruito il Bologna che sta lottando per tornare in Europa.
Anche contro la Salernitana dal primo minuto spetterà a Musa Barrow, che dà maggiori garanzie in allenamento e che secondo Motta si merita più il posto rispetto al centravanti austriaco.
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Spezia, Semplici: “Ai giocatori chiedo coraggio. Se si perde è colpa mia, se si vince è merito loro”

ULTIME NOTIZIE SPEZIA SEMPLICI – Leonardo Semplici, allenatore dello Spezia, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport parlando della sua nuova esperienza. Queste le sue dichiarazioni:
“Ai calciatori chiedo di avere coraggio e di scegliere la giocata. Tanto loro lo sanno: se si perde, è colpa mia; se si vince, è merito loro. Così ho chiesto ai ragazzi di scendere in campo con il sorriso e con ottimismo. In ogni partita capita il momento in cui devi soffrire e subire, ma non bisogna mai smettere di crederci. Questa mentalità paga, l’abbiamo dimostrato contro l’Inter: dopo l’1-1 non ci siamo chiusi per difendere il punto, ma abbiamo provato a costruire ancora qualcosa e abbiamo vinto”
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Inter, le critiche a Inzaghi e lo spettro di Conte: è gelo con Marotta

ULTIME NOTIZIE INTER INZAGHI – “Negli ultimi dodici anni l’Inter ha vinto uno scudetto che gli ha procurato qualche problemino economico”. Le parole di Simone Inzaghi rilasciate nelle scorse ore suonano più come un macigno che come un semplice sassolino e l’indirizzo è Marotta, che pubblicamente lo aveva criticato per i punti persi in campionato contro le piccole.
Come riferisce Tuttosport, l’allenatore si aspettava un maggiore sostegno da parte del club, anche perché è ancora in corsa su tre fronti nonostante le difficoltà affrontate. Il tecnico non si sente protetto dalle critiche ritenute eccessive e anche se dopo il passaggio ai quarti si è vissuto un momento di “tregua”, è chiaro che anche le voci che parlano di un possibile ritorno di Conte per puntare alla vittoria del campionato che permetterebbe all’Inter di “indossare” la seconda stella, non ha aiutato a scongelare i rapporti. Il tecnico è “senza paracadute” e il momento della resa dei conti si avvicina.
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