Rassegna Stampa
Inter, Thuram è l’amuleto contro Allegri: Inzaghi lo scatena nelle grandi notti

Marcus Thuram ha davvero il mood della stagione, un modo di fare che ha contagiato tutta l’Inter. I dirigenti e lo staff nerazzurro pensavano di aver fatto recapitare alla Pinetina un interessante prototipo di centravanti e, invece, si sono ritrovati un moderno acceleratore di particelle.
Thuram – riferisce La Gazzetta dello Sport – ha il potere di potenziare ciò che sta attorno: esalta re Lautaro, migliora i compagni, cementa uno spogliatoio formato famiglia e pure i tifosi se la ridono con lui. A Firenze domenica scorsa ha rischiato un gol alla Ronaldo con accelerazione poderosa, se non fosse franato buffamente da solo poco prima dell’area: la sua autoironia sui social nel commentare il capitombolo è stata apprezzata.
Sulla presunta indole italica scherza Marcus per primo, come su tutto del resto, ancora di più alla vigilia di una partita che tutti chiamano “derby di Italia”. Ma in campo la faccenda si fa seria, soprattutto quando di mezzo c’è una big: non c’è grande squadra che non abbia subito i suoi colpi.
Inzaghi vuole che si ripeta anche domani contro la Juve, squadra importante in casa Thuram: la trappola alla Signora è di fabbricazione franco-emiliana. E, come sempre, tutto è analizzato al microscopio in allenamento: il “movimentismo” del numero 9 è istintivo, ma è pure una precisa richiesta del tecnico. Domani a San Siro Marcus ha il compito di tirare fuori dalla trincea i centrali della Signora, soprattutto il durissimo Bremer: lo ha già fatto all’andata allo Stadium nella rete dell’1-1.
Decidere le grandi partite è dote di famiglia: papà Lilian, un difensore capace di decidere una semifinale Mondiale con una doppietta, deve avergli trasmesso più di qualcosa. Per ora nella sua seconda vita italiana Marcus non ha fatto distinzioni ed è stato democratico nel punire tutte le rivali, vere o presunte, della sua Inter: testata poderosa alla Fiorentina, giusto per presentarsi a San Siro; colpo di fucile all’incrocio nel derby; guizzo contro la Roma per cancellare fin l’ultimo rimpianto di Lukaku; tocchi di rapina contro il Napoli e poi contro la Lazio, sia in A che in Supercoppa.
Marcus si fa scivolare addosso la pressione delle grandi notti. Tra l’altro, a San Siro stavolta sentirà ancora di più aria di casa: saluterà il coetaneo Federico Chiesa, il figlio di Enrico, che nel salotto dei genitori ha una foto da bambino fatta con lui. Magari, scambierà qualche parola con Timothy Weah, figlio di un altro amico di famiglia: papà Lilian e papà George hanno giocato una stagione insieme al Monaco, nel 1991-92.
Da Thuram ai bianconeri Chiesa-Weah, è davvero la partita dei “figli di”. Da parte sua, il nerazzurro penserà poi a rispettare le consegne in campo: da un lato, in un’Inter comunque Lautaro-centrica, continuerà ad essere il migliore amico del Toro, dall’altro proverà a risolvere la pratica in prima persona. È a otto gol in questo campionato, tanti considerando l’argentino cannibale che ha accanto. Con altri due arriverebbe in doppia cifra e, nell’era dei tre punti, soltanto altri quattro interisti ci sono riusciti al debutto: Djorkaeff-Eto’o-Ronaldo-Lukaku.
Thuram è il re degli assist della A a quota 7, proprio come il connazionale Giroud, ma solo Vlahovic (67) e Kvara (66) hanno tentato più tiri dei suoi 55. Proprio il collega serbo della Juve è la nemesi a San Siro domani sera: Marcus lo sfida alla sua maniera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA