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Rassegna Stampa

Milan, Pioli l’europeo: così il tecnico rossonero ha costruito la sua squadra da Champions

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ULTIME NOTIZIE MILAN PIOLI CHAMPIONS LEAGUE – La prima pietra posata da Stefano Pioli nell’ottobre 2019 è la più importante, quella che indirizza la storia successiva: il gioco. Prende una squadra avvilita che in 7 giornate ha accumulato 10 punti di distacco dalla Juve e si trova all’11° posto. Come fare a ridarle fiducia e morale? Insegnandole un gioco che la faccia sentire padrona del campo e del pallone.

Come ricorda La Gazzetta dello Sport, alla prima, in casa, Pioli fa 2-2 col Lecce, una mezza stecca, segna Piatek, a centrocampo ci sono Biglia e Paquetà, Leao fa il centravanti. La strada è lunga, ma nel 4-3-3 di riferimento, Theo Hernandez resta già costantemente alto, l’impostazione è a 3, la ricerca di superiorità attorno al pallone è costante. La strada è tracciata, il solco è quello sacchiano: annullare la distinzione casa-trasferta, cercare sempre e ovunque il dominio del gioco e la porta avversaria.

Se il Milan di Pioli, dopo gli impacci iniziali in Europa, sta diventando una squadra sempre più internazionale, è grazie a questa educazione, compresi gli incidenti di percorso. Nella stagione scorsa, andò a giocarsela ad Anfield a viso aperto. Dopo l’autogol di Tomori rischiò un brutto naufragio, la sfangò con una sconfitta minima (3-2), ma quella sofferenza e quella prova di coraggio servirono per crescere.

Così il Maksimir di Zagabria è sembrato innocuo come il cortile di casa. Per come è stato educato, il Milan è incapace di concepire una partita epica come quella dell’Inter a San Siro con il Barcellona: linee chiuse, basse e ripartenze. Non può programmare di gestire il pari contro il Salisburgo. Deve sempre giocarsela per vincere. Anche contro i migliori. Può sembrare un limite, invece è la sua forza.

Il Milan è una delle squadre che recupera più palloni in fase offensiva; una delle pochissime della Serie A che mostra un pressing organizzato. Come il Napoli, l’Inter, la Lazio. L’intensità e la ferocia da pressing dei rossoneri ha un volto iconico: quello di Sandro Tonali, anima e colonna tattica della squadra. Ma anche Bennacer, al suo fianco, non è da meno quanto a continuità e intensità d’azione.

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Detto di un Milan aggressivo e continuo, può sembrare paradossale che sia 16° su 20 squadre nei km percorsi. Non lo è. Più recuperi palla vicino alla porta, meno campo hai da risalire. Il Milan non corre tanto perché corre bene e occupa bene gli spazi. L’intensità è il passaporto necessario per espatriare. All’estero non è una scelta, è legge. Il Milan se n’è accorto nel doppio incrocio con il Chelsea, a prescindere dagli errori arbitrali di cui è stato vittima. I rossoneri, in questo campo, hanno notevoli margini di crescita. Pioli ci sta lavorando, come dimostra anche Leao che durante la partita si prende molto meno pause caffè che in precedenza.

Il gioco ha fatto crescere i giocatori e portato risultati, i risultati hanno portato autostima e fiducia, anche grazie al magistero carismatico di Zlatan Ibrahimovic che ha portato mentalità offensiva. Il Milan di Pioli, dopo il quarto gol di Zagabria, ha sfiorato a ripetizione il quinto. È anche grazie a questa mentalità che è diventato sempre più europeo, perché all’estero funziona così. 

Per sostenere pressing, intensità e gioco offensivo per tutta la durata del match, sono necessarie valide alternative in panca. La rosa del Milan non è profonda come quella del Napoli o del Real Madrid, ma Pioli compensa con quella che è probabilmente la sua qualità più preziosa: migliorare i giocatori, far crescere i giovani e dar loro fiducia e autostima. Come con Charles De Ketelaere. Martedì Pioli ha provato a lanciarlo di nuovo e, quando è uscito, avvilito da un’altra prestazione deludente, lo ha medicato subito con parole a caldo. C’è da giurare che troverà la chiave per sbloccarlo. Senza regalargli nulla: se Diaz merita, gioca. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Calciomercato

Calciomercato Roma, Mourinho vuole Morata. Ma Scamacca resta in pole

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CALCIOMERCATO AS ROMA MORATA SCAMACCA – José Mourinho vuole Alvaro Morata. È il suo giocatore preferito – in base alle possibilità economiche del club – per rimpiazzare l’infortunato Abraham e aumentare la qualità nel reparto offensivo della Roma. Il tecnico nei giorni scorsi lo ha chiamato, così come ha fatto anche l’amico Dybala, gli ha parlato del progetto giallorosso, delle sue ambizioni e del piano stagionale. Ma soprattutto della volontà di averlo in squadra per i suoi gol ma anche per il suo modo di giocare, secondo lui perfetto per il gioco della squadra.

Come riferisce il Corriere dello Sport, Tiago Pinto ha fissato un incontro nei prossimi giorni con l’agente dell’attaccante spagnolo per capire la fattibilità economica dell’affare anche per quanto riguarda lo stipendio.

Detto questo, Gianluca Scamacca resta il favorito di Tiago Pinto per il rapporto qualità-prezzo. Il gm sta continuando a lavorare con il West Ham per cercare un’intesa sulla modalità del trasferimento. Il giocatore ha già da diverso tempo trovato l’accordo con il club, ma per ora la squadra londinese ha respinto il prestito secco aspettando altre pretendenti che possano assicurare un trasferimento a titolo definitivo. Si tratta.

L’ultima idea è Okafor del Salisburgo, cercato anche da diversi club esteri e italiani visto il suo contratto in scadenza nel 2024. Monitorato sempre Adama Traoré come trequartista-esterno a parametro zero. 

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Calciomercato

Calciomercato Juventus, l’Al-Ahli vuole Pogba. Allegri al suo posto vorrebbe Kessie

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CALCIOMERCATO JUVENTUS KESSIE – Continua il corteggiamento dell’Al-Ahli a Paul Pogba. La Juventus -come riferisce La Gazzetta dello Sport – non alzerà il muro, anzi, cercherà di monetizzare al massimo: da un indennizzo di almeno 10 milioni per il cartellino fino ai 30 di stipendi risparmiati.

Soldi che saranno utili pure per la caccia all’erede del francese. I nomi sul taccuino di Giuntoli sono tanti, da Koopmeiners dell’AtalantaDe Paul dell’Atletico Madrid fino al giovane Diarra dello Strasburgo.

Ma il profilo che piace più ad Allegri (e anche ai dirigenti bianconeri) è quello dell’ex rossonero Franck Kessie, oggi al Barcellona. In caso di addio a Pogba, Allegri vota per il centrocampista del Barcellona, tutt’altro che intoccabile in Catalogna. I blaugrana, che hanno ingaggiato Kessie a zero, sperano di vendere l’ex Milan in Arabia. I programmi della Juventus, invece, sarebbero diversi: puntare sul prestito del Presidente.

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Calciomercato

Calciomercato Inter, Lukaku spinge: vuole tornare in nerazzurro entro il weekend

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CALCIOMERCATO INTER LUKAKU – Romelu Lukaku sta provando a tirare la corda con il Chelsea, ma non potrà farlo in eterno. Come riferisce Tuttosport, dopo aver strappato il permesso di Pochettino a ritardare l’arrivo al ritiro con i compagni Blues fino a lunedì prossimo, ora l’attaccante belga conta su un segnale forte da parte dell’Inter.

Big Rom” vuole chiudere alla svelta il trasferimento, ma questi tempi allungati lo stanno spazientendo. Perché il giocatore ha sempre fatto presente la sua volontà di restare a Milano, essendo disponibile anche a ridursi l’ingaggio in tal caso, senza mancare alla preparazione pre-campionato dell’Inter.

L’attendismo della dirigenza nerazzurra è dovuto solamente alla cessione di Onana, che garantirebbe i fondi necessari per strappare il sì del Chelsea per un affare da 40 milioni all’incirca. Ad oggi non ci sono novità, ma senza la chiusura dell’affare con il Chelsea entro il weekend, Romelu potrebbe aprirsi alle offerte di altri club.

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