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Roma, serve un guizzo alla Abraham: l’inglese non segna da 38 giorni in campionato

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ULTIME NOTIZIE ROMA NAPOLI ABRAHAM – Doveva essere la stagione della sua consacrazione, con lo stimolo mondiale del mezzo, dopo un anno strepitoso da 27 gol. Invece per Tammy Abraham è stato un insieme di punti interrogativi con la domanda ricorrente: cosa gli è successo?

Come riferisce il Corriere dello Sport, Roma-Napoli può essere la partita del rilancio, dopo i timidi segnali delle ultime settimane: tra Lecce e Sampdoria, Abraham si è procurato due rigori che si sono rivelati decisivi per la vittoria. A Genova, in realtà, avrebbe voluto tirare lui ma ha capito da Pellegrini che le gerarchie sul rigorista determinate da Mourinho non erano in discussione. 

Abraham finora ha segnato 2 gol, esattamente come lo scorso anno a questo punto del campionato. Toccò quota 3 alla dodicesima giornata, a Venezia, aumentando poi il ritmo fino a chiudere a 17 la sua prima avventura in Serie A. Ma più che i numeri realizzativi, è stato il rendimento a convincere poco. Nulla da dire sull’applicazione a disposizione della squadra, che non è mai venuta meno: contro la Sampdoria ad esempio ha mandato Belotti uno contro uno con Audero. Ma l’incidenza negli ultimi metri è stata molto contenuta, soprattutto dopo la tremenda giornata di Roma-Atalanta in cui non avrebbe esultato anche dopo cento tentativi. 

Abraham è fermo alla rete di Empoli, determinante come quella con la Juventus, che risale allo scorso 12 settembre. Trentotto giorni e sette partite, compresa l’Europa League, sono trascorsi da allora, nelle quali Mourinho ha provato a scuoterlo mandandolo anche in panchina: è successo tre volte, per turnover o strategia.

Però la Roma adesso ha bisogno di rivederne l’importanza. C’è chi sostiene che Abraham avverta il peso della concorrenza di Belotti, con il quale peraltro ha stabilito da subito un ottimo rapporto. Ma Mourinho ha voluto aggiungere Belotti all’attacco per integrarlo, non per discutere la centralità del suo numero 9.

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Bologna, Thiago Motta vuole restare e incontrerà Saputo: è pronta la lista dei Prescelti

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ULTIME NOTIZIE BOLOGNA THIAGO MOTTA – Thiago Motta ha teoricamente stilato – in attesa di aggiunte – la lista dei giocatori che non vorrebbe veder partite. I noti Prescelti sono cinque, magari con l’aggregarsi di Nikola Moro (la Uefa si deve pronunciare sull’eventualità del rinnovo del prestito) e Andrea Cambiaso, che però all’80% rientrerà dal prestito alla Juventus.

Come riferisce La Gazzetta dello Sport, i cinque giocatori sono Nicolas Dominguez (3 gol e il Siviglia addosso), Stefan Posch (6 gol e obbligo di riscatto fissato a 5,5 milioni di euro), Lewis Ferguson (5 gol), Jerdy Schouten (una squadra italiana lo segue, la Bundesliga di più…) e Jhon Lucumi. Gli altri? Si valuterà.

Quando Joey Saputo tornerà dal Canada, ovvero venerdì o sabato pre-Napoli, Thiago Motta parlerà ancora una volta col suo presidente (cosa già avvenuta per dieci minuti, e sul campo, 15 giorni fa), per avviare le consultazioni inerenti all’anno che verrà. Thiago Motta capirà dove focalizzarsi, ben sapendo che l’apprezzamento del club e della città (dal gioco al riempimento del Dall’Ara: nelle ultime 7 gare la media-spettatori ha varcato le 20.000 unità) sono dati di fatto inconfutabili.

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Calciomercato Juventus, se saltano le Coppe via in molti: da Vlahovic a Rabiot passando per Di Maria

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CALCIOMERCATO JUVENTUS VLAHOVIC RABIOT PAREDES – Se la Juventus parteciperà o meno alla Champions League anche l’anno prossimo influirà inevitabilmente sul mercato. Le speranze al momento sono poche, anzi pochissime, perché oltre a vincere le ultime due partite i bianconeri dovrebbero sperare che il Milan non batta il Verona e che anche Atalanta e Roma s’inceppino.

Come riferisce La Gazzetta dello Sport, Massimiliano Allegri nel post partita di Empoli è stato chiaro: a seconda di dove giocherà la Signora cambieranno anche le strategie. Tradotto: il club dovrà ridimensionare soprattutto gli stipendi, cercando di tagliare i giocatori che guadagnano di più, oltre che mettere sul mercato i pezzi pregiati.

Ecco perché Dusan Vlahovic pare il giocatore più a rischio: guadagna tanto (7 milioni) ed è stato pagato parecchio appena un anno e mezzo fa, però è giovane e quotato, nonostante l’ultima stagione sia stata deludente, e le pretendenti non mancano. Piace a Manchester United, Chelsea e Bayern Monaco ed è ipotizzabile che le big straniere ci facciano un pensierino, avendo anche la possibilità di garantirgli lo stesso ingaggio, se non addirittura più alto. Il suo procuratore Darko Ristic aveva già fatto a gennaio un giro di sondaggi e probabilmente si è già rimesso al lavoro.

Adrien Rabiot, che è arrivato 4 estati fa a zero e, salvo clamorose sorprese, se ne andrà da svincolato a fine giugno. Il francese è un pupillo di Allegri, che aveva chiesto alla società di provare a trattenerlo. La mamma-agente del giocatore, Veronique, si era detta disponibile a trattare ma solo a fine stagione. Senza la Coppa più importante la posizione della Juventus diventerebbe molto più debole.

Di sicuro la Juventus si libererà dei 7 milioni che guadagna Leandro Paredes, in prestito dal Psg: l’obbligo di riscatto è decaduto con la mancata qualificazione agli ottavi di Champions e la Juventus aveva già deciso di non acquistarlo (troppi 22 milioni, visto anche il rendimento non soddisfacente), a maggior ragione non cambierà idea ora, anzi ne approfitterà per alleggerire il monte ingaggi.

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Lo stipendio più pesante in assoluto però è quello di Paul Pogba, 8 milioni netti a stagione più 2 di bonus: il contratto è lungo (altri 3 anni) oltre che oneroso e dopo la stagione fantasma del Polpo difficile che qualcuno si faccia avanti per acquistarlo. In più il giocatore è certo di potersi riscattare in maglia bianconera e non valuta neppure l’ipotesi di un addio, anche nell’eventualità che si resti senza Europa.

Altro ingaggio pesante è quello di Angel Di Maria, che ha firmato un annuale a 6 milioni. La Juve, inizialmente intenzionata a proporgli il rinnovo di un anno (approfittando del Decreto Crescita) ha cambiato idea dopo le ultime prove opache del Fideo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Napoli, De Laurentiis vuole la Champions League e punta tutto su Luis Enrique

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CALCIOMERCATO NAPOLI LUIS ENRIQUE De Laurentiis vuole la Champions, come ha annunciato a un po’ di milioni di tifosi nel momento di massima euforia-scudetto, e ha deciso che l’uomo più giusto a cui affidare il suo ambizioso e complesso progetto si chiama Luis Enrique. Per tutti Lucho.

Come riferisce il Corriere dello Sport, la grande ossessione del presidente è l’Europa. Una finestra sul mondo, il K2 del calcio: una cima sulla quale vorrebbe piantare la bandiera del Napoli. Magari accanto a quella del Barça di Luis Enrique: lui sa come si fa, l’ha conquistata da allenatore blaugrana nel 2015 insieme con la Liga, la Supercoppa Uefa, il Mondiale per club, la Coppa di Spagna.

De Laurentiis, ovviamente, ha anche il piano alternativo. Una serie, per la precisione: il primo si chiama Thiago Motta, 40 anni, cose davvero egregie con il Bologna e il marchio blaugrana nel passato: come Luis Enrique ha giocato nel Barça. E ancora: Vincenzo Italiano, 45 anni, è un altro regista del gioco bello nonché un altro tecnico rampante e molto stimato da DeLa, ma in questo momento è ovviamente concentrato sulla Fiorentina e, da ieri, sulla finale di Conference.

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